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al testo di Federico Zucchi
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Il passo è breve
Basta respirare fuori dal centro delle città appisolarsi sull’ultima metro, dondolare passo su passo nelle gengive del continente. Il passo è breve, la Turchia affolla le sue galere, odora il fiato di ogni indiziato, toglie al lattaio la precedenza sulla pagina bianca. Il passo è breve, la Siria avvampa, il mare tossisce i suoi gabbiani in pelle umana, il terrore ritorna a frugare i concerti blasfemi e le stanze da ballo. Il passo è breve, la rabbia monta, sale sui paraocchi del torto subito, s’innesta nei cuori lasciati incupire, ingrossa le file degli affluenti del mesto signore Nessuno. Il passo è breve, gli anfibi già predisposti, le cartelle degli psichiatri schierate come truppe, la libertà pronta a imboscarsi nelle retrovie la forza difensiva ridotta a sorveglianza. Il passo è breve, ma possiamo ancora virare, invertire la rotta, sminare il fondale, unire i silenzi ad altre laringi portare il dolore a contatto col volto degli altri, così simile al nostro da suggerire lo stesso lievito madre. |
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